venerdì 6 novembre 2015

Mani fragili


Ricordo che la osservavo manovrare la corda per un paranco e si vedeva che era a disagio, neanche fosse una interrogazione di fisica ...
Ricordo che guardavo le sue mani e che mi sembravano tanto delicate, fin troppo per una alpinista.
E ho sorriso.
O meglio, forse da fuori era una smorfia congelata nel freddo di una primavera che tardava ancora a scaldare giù in fondo alla Val Gallina ... ma dentro no. Dentro scaldava eccome.
Perché ce ne vuole a spiegare i paranchi, così davanti a tutti ... e non perché effettivamente si trattava di una lezione di fisica.
E nemeno per le sue mani che erano così delicate ...


Che ironia ... Proprio nei giorni scorsi leggevo un articolo sull'educazione alla morte.
Un bel articolo, scritto bene, in cui si esprimono delle idee - secondo me - pienamente condivisibili.
Forse oggi ancor di più.
Ovviamente mentre lo leggevo il pensiero non poteva non andare a Mirko. Ma poi anche a Simone, Marco e Francesca ...
Il fatto è che, anche nel caso in cui la meditazione sulla morte potesse effetivamente accrescere la gioia di vivere, l'angoscia della perdita di un amico comunque continua a pesare.
Purtroppo sembra essere una di quelle cose da dover portare sempre con sé stessi, nello zaino ...
Che amara ironia però ... 


Ciao Sara ...

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