lunedì 9 marzo 2015

Donne


Per la seconda volta – a distanza di due anni – sono tornata al Rifugio Zacchi, ciaspe al seguito, con la luna piena di inizio marzo (anche se qui tra i monti la luna spunta solo in piena notte).

La prima volta si trattava di un appuntamento romantico segreto ...    ;-)
Questa volta invece siamo un ciarliero gruppo di otto donne: le quote rosa, lo zoccolo (ehm ... scarpone!) duro femminile dell'escursionismo riunite per una tranquilla serata da sole, lontane da casa ... con buonapace di mariti, figli e fidanzati vari.
Tra la più giovane e la più anziana ci sono oltre trent’anni di differenza: chi laureata cerca di trovare il suo posto nel mondo e chi, dopo una vita passata a lavorare in campagna, spera finalmente di potersi godere la pensione. Piccoli e grandi storie, piccoli e grandi affanni quotidiani, gioie e dolori … che se la vita è una valle di lacrime, allora noi saliamo in montagna, ognuna con il suo fardello sulle spalle,  con  per  il sorriso.
Ed è questo che ci unisce e ci dà la forza.
Nonne, nipoti, madri, figlie, comari, sorelle … semplicemente Donne, semplicemente Amiche!


Arrivate ai Laghi di Fusine sabato pomeriggio appena prima dell'imbrunire, siamo salite nel silenzio del bosco, quasi in punta di piedi (anche perché la neve era ben ghiacciata) e con l'aiuto di qualche frontale, fermandoci ogni tanto al buio per goderci l'incredibile numero di stelle visibili.
Poi l'odore di stufa e di salsicce ci ha annunciato il rifugio ancora prima di poterlo vedere, il che data l'ora ci ha dato un certo sprint ... E fortuna che avevamo prenotato con laaargo anticipo così - dopo la calorosa accoglienza della "gestora", la mitica Rosa - i nostri bei posti a tavola erano già pronti, nonostante le due sale da pranzo fossero gremite come sempre.
Dopo aver fatto onore ai cuochi, ci siamo spostate in camera a chiacchere stese comodamente sui nostri letti, dove  - con l'aiuto di una grappina - non abbiamo faticato ad addormentarci in fretta.


 

Domenica mattina, dopo una bella colazione e qualche chiacchera, abbiamo deciso di goderci il bel sole ed il cielo azzurro salendo tutte assieme dal rifugio fino ad un belvedere dove, dopo le foto di rito ("selfie" compresi), ci siamo separate e, mentre tre tornavano verso valle, in cinque abbiamo proseguito con l'intento di raggiungere la forcella La Porticina.
Dopo un breve traverso esposto - che sulle prime mi ha messo un po' in difficoltà - subito sotto Capanna Ponza, siamo entrate in un ampio catino di neve immacolata, ma dall'orientamento facilmente intuibile.
Qui, indossate finalmente le ciaspe, abbiamo battuto la neve fin sotto le pareti della Ponza Piccola, dove abbiamo incrociato vecchie tracce provenienti dall'altra parte della cresta. Quindi, con un altro paio di passaggi un po' delicati - su cui io mi fermo sempre po' dubbiosa prima di poter proseguire - siamo arrivate fino all'aereo intaglio tra le rocce da dove, oltre a goderci uno straordinario panorama sul versante italiano, ci siamo anche potute affacciare verso la Slovenia.

Dopo la nostra "conquista" siamo scese chiaccherando (ma va?!) tranquillamente e, dopo uno spuntino ed una breve visita alla Capanna Ponza, siamo rientrate al Rifugio per un ultimo saluto alla Rosa prima di prendere il sentiero che, con una larga deviazione nella conca boscosa in direzione dell'Alpe Vecchia, ci ha riportate ai Laghi, dove ci aspettava per il rientro il resto del gruppo.














 



Purtroppo abbiamo sentito molto anche la mancanza di chi non si è potuta unire al gruppo.
Mi dispiace soprattutto per la Comare, che dopo il brutto incidente del marito avrebbe avuto davvero tanto bisogno di una boccata d'ossigeno ... ma ci saranno altre occasioni!


Eccoci!


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