giovedì 24 settembre 2015

Pausa


Vorrei fare la Marmotta e restarmene stesa sull'erba a far scorta di sole caldo per l'inverno, godermi il silenzio delle vette interrotto solo da battiti d'ali nel vento.
Sarà il cambio stagione, saranno gli acciacchi dell'età ... ma in questo momento vorrei solo prendermi una pausa da tutto e (quasi) tutti, soprattutto da me stessa, e invece ...
E invece sembra che non riesca a fare a meno di riempirmi di impegni!



Se comincio a cercare nei miei file mi accorgo che di escursioni all'interno del Parco Naturale delle Dolomitid'Ampezzo ne ho fatte parecchie (persino più di quante immaginavo finora).


 - l'area del Parco -


Forse frequentare le montagne cortinesi potrebbe sembrare una scelta un po' snob - ed in effetti certe zone si ha la sensazione di trovarsi in una montagna "firmata" - ma poi, se si evitano le mete più turistiche, si possono scoprire delle magnifiche vette solitarie.
E una di queste è sicuramente la Croda de r'Ancona ...
Per quante auto possano esserci al "Torniché" o a Ra Stua, è davvero difficile incontrare più di 4 o 5 persone lungo le tracce che conducono alla Croda. E' quasi più facile trovare dei camosci!

Questa volta io e la Comare siamo partite da sole in perlustrazione per un comune progetto in corso e abbiamo deciso di fare l'antico sentiero (anche se quello originario saliva lungo il Ru dei Cavai) che sale per Son Pouses, ovvero il luogo della "pausa", dove il bestiame poteva fare una sosta prima di raggiungere i pascoli.
Ora che il bosco si è riappropriato dei pendii, però, le testimonianze che rimangono del passato sono legate soprattutto alla Grande Guerra, che su questi rilievi vide gli stessi ampezzani, all'epoca arruolati tra le truppe austrungariche, contrapposti all'esercito italiano ...








Saliamo con calma, esploriamo trincee, facciamo foto, prendiamo appunti ...
Passiamo davanti al rifugio Ra Stua che il sole è già allo zenit ma, con almeno altre due ore di cammino per la vetta, decidiamo di non fermarci e tirar dritto per la comoda strada militare che porta a Lerosa.
Trovare il sentiero per la cima della Croda un anno fa aveva richiesto un certo ravanamento "a vista" passando nella boscaglia, invece stavolta troviamo subito una bella traccia ben segnata e raggiungiamo facilmente l'attacco della salita.

 



Camminiamo spedite lungo il pendio mentre mi accorgo che, a quasi un anno di distanza, ricordo ogni singolo passo già fatto, tanto da riuscire ad anticipare puntualmente quanto incontriamo lungo il percorso.
Forse sarà memoria visiva, ma certi luoghi non possono non lasciare un segno ...
Percorrendo la lunga cresta sommitale ci fermiamo più volte ad ammirare il panorama, che man mano diventa sempre più ampio, ma non possiamo fare a meno di fermarci anche ad osservare e riflettere sui tanti resti di trincee, postazioni e baraccamenti lasciati senza alcuna protezione dalle intemperie (o dai recuperanti).








 

Poi finalmente raggiungiamo la cima con la sua vista a 360° su alcune delle vette più famose delle Dolomiti: lo spettacolo è davvero grandioso e si capisce subito quale potesse essere stata l'importanza strategica della Croda, incuneata proprio alla confluenza delle valli, sulla strettoia che è passaggio di transito obbligato (e, guarda un po', sopra il sito dell'antico Castello di Botestagno).
Sarebbe bello poter stare quassù a godere della pace di questo luogo, guardare le ombre delle nuvole che creano infiniti giochi di luce sulle pareti delle montagne, magari aspettare pure il tramonto, ma un vento pungente che non da tregua e l'ora già tarda, impongono di rientrare alla svelta.
Così, dopo un ultimo sguardo rapito tutto intorno mentre sboconcelliamo qualcosa - mio mal di schiena permettendo - torniamo giù di corsa.





Arriviamo a Ra Stua che le macchine nel parcheggio si sono già dimezzate, la valle è ormai in ombra e la temperatura comincia a cambiare. Ma è anche l'ora dell'aperitivo ...
Anche se comincia a far tardi, dopo una giornata così una bella birra (e pure qualcos'altro, va!) ce la siamo di sicuro meritata ... e poi anche la mia schiena impone una sosta prima di affrontare l'asfalto degli ultimi chilometri.


Raggiungiamo l'auto che cominciano già ad incendiarsi di sole le vette per un tramonto che si preannuncia magnifico e, come sempre, lasciamo quassù un pezzo di cuore mentre torniamo a casa ...




Mi piace scoprire cose e luoghi sempre nuovi, ma allo stesso modo mi piace anche ri-scoprire posti che già conosco.
Ad esempio una montagna può essere avvicinata da versanti diversi, oppure ci si può divertire a scegliere il proprio percorso tra più sentieri. Altre volte il cambio stagione - o di meteo - basta a trasformare completamente il paesaggio.
Poi ci sono volte in cui, oltre a tutti questi elementi, a cambiare è la  conoscenza - o la percezione - che abbiamo di un luogo.

Però a volte sarebbe meglio se le mie scoperte cercassi di farle con un po' di più calma ...


Nessun commento:

Posta un commento